COSA VEDERE

Luoghi da visitare nei dintorni di Montesano sulla Marcellana

Luoghi da visitare nei dintorni di Montesano sulla Marcellana

Affondatore di Vallivona

L’Affondatore di Vallivona, uno dei fenomeni carsici più importanti del meridione d’Italia, si trova sul versante sud occidentale del monte Cervati ad una quota di 1100 m/sm. Era una grotta di attraversamento che raccoglieva le acque d’alta quota che, scorrendo sul flysh miocenico presente, raggiungevano il portale nel quale si inabissavano per riaffiorare a Varco la Peta e Montemenzano. Questo corso d’acqua era in realtà l’alta via del Bussento che ha lasciato traccia del suo percorso nei condotti fossili posti al di sopra di quelli attivi. Negli anni ’70 vengono costruiti una diga ed una galleria artificiale lunga circa 200 m, per drenarne le acque, e dalla quale si accede all’area.

Affondatore di Vallivona

L’Affondatore di Vallivona, uno dei fenomeni carsici più importanti del meridione d’Italia, si trova sul versante sud occidentale del monte Cervati ad una quota di 1100 m/sm. Era una grotta di attraversamento che raccoglieva le acque d’alta quota che, scorrendo sul flysh miocenico presente, raggiungevano il portale nel quale si inabissavano per riaffiorare a Varco la Peta e Montemenzano. Questo corso d’acqua era in realtà l’alta via del Bussento che ha lasciato traccia del suo percorso nei condotti fossili posti al di sopra di quelli attivi. Negli anni ’70 vengono costruiti una diga ed una galleria artificiale lunga circa 200 m, per drenarne le acque, e dalla quale si accede all’area.

Contro storico di Teggiano

Tra i centri storici della Provincia di Salerno, Teggiano (m. 637 s.l.m. e 8.348 ab.) è certamente quello che ha conservato meglio la sua antica fisionomia di roccaforte come testimoniato dal suo centro storico. L’aspetto naturale di Oppidum romano, ricordato ancora oggi dalla conservazione in pianta del Cardo e del Decumano viene rinnovato in epoca normanna e in età federiciana. La città è sede di Diocesi. Ma è soprattutto in epoca medioevale che l’allora Diano ha avuto un ruolo predominante nella storia del Vallo di Diano. Difatti la potente famiglia Sanseverino vi costruì il Castello e la elesse a roccaforte dove potersi rifugiare in caso di pericolo. Da visitare il complesso della SS. Pietà, edificato nel ‘300. Di elevato pregio storico e architettonico, il complesso ospita numerosissime opere d’arte: il portico del chiostro interno con volte a crociera interamente affrescate con ciclo pittorico dedicato a San Francesco datato 1598; il pozzo lapideo all’interno del chiostro datato 1780.

Contro storico di Teggiano

Tra i centri storici della Provincia di Salerno, Teggiano (m. 637 s.l.m. e 8.348 ab.) è certamente quello che ha conservato meglio la sua antica fisionomia di roccaforte come testimoniato dal suo centro storico. L’aspetto naturale di Oppidum romano, ricordato ancora oggi dalla conservazione in pianta del Cardo e del Decumano viene rinnovato in epoca normanna e in età federiciana. La città è sede di Diocesi. Ma è soprattutto in epoca medioevale che l’allora Diano ha avuto un ruolo predominante nella storia del Vallo di Diano. Difatti la potente famiglia Sanseverino vi costruì il Castello e la elesse a roccaforte dove potersi rifugiare in caso di pericolo. Da visitare il complesso della SS. Pietà, edificato nel ‘300. Di elevato pregio storico e architettonico, il complesso ospita numerosissime opere d’arte: il portico del chiostro interno con volte a crociera interamente affrescate con ciclo pittorico dedicato a San Francesco datato 1598; il pozzo lapideo all’interno del chiostro datato 1780.

Certosa di San Lorenzo

Alla fondazione del sito della Certosa contribuirono i monaci Basiliani, come testimoniano la Chiesa di San Nicola alle Donne e i ruderi dell’antico Monastero di San Nicola al Torone. Nel 1296 Tommaso II Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, entrò in possesso della città e donò ai Certosini di San Brunone la Grancia di San Lorenzo dell’abate di Montevergine, nel 1306 incominciava a sorgere il primo nucleo della Certosa, che nei secoli assunse le grandiose dimensioni odierne. Nel 1998 la Certosa è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, nel 2002 inserita dalla Regione Campania nel novero dei Grandi Attrattori Culturali. Tali riconoscimenti hanno determinato un nuovo orientamento verso una politica culturale che l’ha trasformata in un polo di eccellenza, sede di manifestazioni, convegni ed iniziative di rilevanza internazionale. Apertura 9:00-19:30, chiuso il martedì

Certosa di San Lorenzo

Alla fondazione del sito della Certosa contribuirono i monaci Basiliani, come testimoniano la Chiesa di San Nicola alle Donne e i ruderi dell’antico Monastero di San Nicola al Torone. Nel 1296 Tommaso II Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, entrò in possesso della città e donò ai Certosini di San Brunone la Grancia di San Lorenzo dell’abate di Montevergine, nel 1306 incominciava a sorgere il primo nucleo della Certosa, che nei secoli assunse le grandiose dimensioni odierne. Nel 1998 la Certosa è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, nel 2002 inserita dalla Regione Campania nel novero dei Grandi Attrattori Culturali. Tali riconoscimenti hanno determinato un nuovo orientamento verso una politica culturale che l’ha trasformata in un polo di eccellenza, sede di manifestazioni, convegni ed iniziative di rilevanza internazionale. Apertura 9:00-19:30, chiuso il martedì

Grotte di Pertosa-Auletta

Geosito 144. Grotte di Pertosa-Auletta. Un sistema carsico sotterraneo ricchissimo di ambienti e concrezioni di tipologie dierenti, ed attraversato in parte dal ume Negro. Il complesso speleologico si estende per circa tremila metri nel massiccio dei Monti Alburni. Geosito focale del sito UNESCO Parco Nazionale “Cilento, Vallo di Diano e Alburni” Global Geopark. La visita inizia con la navigazione del ume sotterraneo, per circa 400 mt, seguita da un percorso guidato a piedi, accessibile ai disabili ed illuminato. All’ingresso delle Grotte di Pertosa-Auletta si trova un sito archeologico, l’unico in Europa con palatte protostoriche in grotta. Il sito è attualmente sommerso dal ume Negro e presenta testimonianze della frequentazione umana con reperti che datano complessivamente dal Paleolitico al Medioevo, ma l’insediamento palatticolo è riprodotto nel museo MIdA 01 con i suoi reperti e la storia degli scavi, iniziati a ne ‘800.

Grotte di Pertosa-Auletta

Geosito 144. Grotte di Pertosa-Auletta. Un sistema carsico sotterraneo ricchissimo di ambienti e concrezioni di tipologie dierenti, ed attraversato in parte dal ume Negro. Il complesso speleologico si estende per circa tremila metri nel massiccio dei Monti Alburni. Geosito focale del sito UNESCO Parco Nazionale “Cilento, Vallo di Diano e Alburni” Global Geopark. La visita inizia con la navigazione del ume sotterraneo, per circa 400 mt, seguita da un percorso guidato a piedi, accessibile ai disabili ed illuminato. All’ingresso delle Grotte di Pertosa-Auletta si trova un sito archeologico, l’unico in Europa con palatte protostoriche in grotta. Il sito è attualmente sommerso dal ume Negro e presenta testimonianze della frequentazione umana con reperti che datano complessivamente dal Paleolitico al Medioevo, ma l’insediamento palatticolo è riprodotto nel museo MIdA 01 con i suoi reperti e la storia degli scavi, iniziati a ne ‘800.

La valle delle orchidee

Delle 72 specie di orchidee presenti nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ben 63 si possono trovare in una piccola valle alle pendici orientali del Monte Cervati, nel comne di Sassano. In nessun’altra area del Parco esiste una simile concentrazione di specie e per questo motivo il luogo è conosciuto come la Valle delle Orchidee. Agli inizi della primavera qui si può osservare un’incredibile varietà di forme e di colori: dai fiori di Orchis italica a quelli di Orchis simia; da quelli di Ophrys apifera a quelli di Orchis papilionacea. Ma le peculiarità di quest’area non si limitano alle orchidee. Lungo la strada che da Sassano conduce alla Valle, infatti, si trova una preziosa stazione di betulla, specie rara per il territorio del Parco. Periodo consigliato: primavera (tutto l’anno)

La valle delle orchidee

Delle 72 specie di orchidee presenti nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano ben 63 si possono trovare in una piccola valle alle pendici orientali del Monte Cervati, nel comne di Sassano. In nessun’altra area del Parco esiste una simile concentrazione di specie e per questo motivo il luogo è conosciuto come la Valle delle Orchidee. Agli inizi della primavera qui si può osservare un’incredibile varietà di forme e di colori: dai fiori di Orchis italica a quelli di Orchis simia; da quelli di Ophrys apifera a quelli di Orchis papilionacea. Ma le peculiarità di quest’area non si limitano alle orchidee. Lungo la strada che da Sassano conduce alla Valle, infatti, si trova una preziosa stazione di betulla, specie rara per il territorio del Parco. Periodo consigliato: primavera (tutto l’anno)

Sentiero del Centenario

Il Sentiero del Centenario a Tardiano di Montesano sulla Marcellana è un percorso affascinante alla scoperta di erbe Officinali e Aromatiche spontanee.

Soggiorno indimenticabile all'insegna del relax e del benessere!
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